Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle conosce numerose vicende di fratelli separati, tra letteratura, arte e impegno politico. Ma poche possono competere, per intensità, significato e durata temporale, con quella riproposta in queste pagine e forse nessuna copre con pari evidenza tutto l’arco ideologico del Novecento.
Drieu La Rochelle: il letterato borghese che l’odio per la borghesia trasformò in fascista romantico e autodistruttivo. Aragon: l’avanguardista approdato al comunismo e tornato in tarda età all’ispirazione libertaria. Malraux: il rivoluzionario divenuto campione e ministro dell’ordine conservatore, ma rimasto no all’ultimo avventuriero e mitomane. L’immagine letteraria di questi autori è ormai ben definita, mentre siamo ancora lontani – molto lontani – da una loro compiuta interpretazione sul piano storico, politico e ideologico: quella che qui più interessa.
E sembra fuorviante distinguere il letterato “puro”, categoria che aborrivano, dal pensatore, testimone e attore politico, che tutti e tre furono o cercarono di essere. Non si tratta quindi di un’analisi sistematica della loro vita e della loro opera, ma di un viaggio lungo il lo rosso di incontri e scontri, diretti o a distanza, culminati nel suicidio di Drieu, simbolo del fallimento aulico dell’esteta armato.
Impulsi ed eventi che paiono datati, chiusi nel contesto che li ha prodotti: il Novecento della lunga guerra civile europea. Racchiudono invece molti interrogativi profetici sul rapporto tra cultura e società. Giuste o sbagliate che fossero le conseguenze che ne hanno tratto, i fratelli separati rivendicarono una “certa idea” dell’intellettuale che non aveva separato la grande letteratura dalla grande storia.

Collana: Solitudini
Formato: cm 12×20
Pagine: 320
Rilegatura: Brossura Filo refe
ISBN: 88-902367-0-9

Corriere della Sera – Marzio Breda
Il Giornale – Alberto Pasolini Zanelli

PREMIO ACQUI STORIA
MAURIZIO SERRA all’Académie française